I porti scelgono l'idrogeno verde

IDROGENO VERDE PORTI ITALIANI - Gli eventi catastrofici degli ultimi anni hanno portato sempre più persone a sensibilizzarsi al tema dello sviluppo sostenibile. Anche le stesse organizzazioni, statali e non, non sono rimaste impassibili e stanno cominciando a imporre le prima manovre in campo ecologico, capendo sempre più quanto sia primario questo tema.

Decarbonizzazione dei porti

In tutto il mondo e in tutti i settori si stanno cercando metodi e soluzioni per ridurre le emissioni di CO2. Il settore portuario non è da meno. Un esempio è la città di La Spezia in cui è stato firmato un accordo tra Mario Sommariva, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale, Enel e Snam. I due protocolli hanno lo scopo di favorire la decarbonizzazione e transizione energetica.

In occasione dell’accordo Sommariva ha affermato:

"Siamo in una fase storica nuova, in cui la necessità di politiche di sostenibilità ambientale è ormai profonda e diffusa - ha detto Sommariva -. Il porto della Spezia vuole diventare un polo dell'innovazione in materia di sostenibilità ambientale. È tutto il sistema porto che deve cambiare pelle. Minori consumi per illuminazione di aree esterne ed edifici, navi a GNL, banchine elettrificate, automezzi, macchine operatrici e gru elettriche e, da subito, progetti pilota per l'uso dell'idrogeno che va chiaramente individuato come obiettivo di fondo. È importante privilegiare le fonti rinnovabili guardando in modo complementare al GNL ed all'elettricità. Il porto resterà un sistema energivoro ma l'energia che si consumerà dovrà essere pulita".

Luigi Merlo e la proposta dell’idrogeno verde per i porti italiani

Dello stesso avviso è Luigi Merlo, Vicepresidente di Conftrasporto e Presidente di Federlogistica. In un convegno tenutosi a Lerici ha parlato dell’importante tema della riconversione a scopi logistico-energetici delle aree dismesse in prossimità dei porti. Le sue idee si ispirano alla riconversione all'idrogeno verde che si sta attuando nei porti di Civitavecchia e Trieste.

“Sul futuro delle aree Enel bisognerebbe elevare il livello della discussione e della progettualità a La Spezia, uscire dall'angolo e del chiacchiericcio per capire quale ruolo, il golfo e la città possono avere. In questo momento mi sembra che questo respiro che stia

mancando. Ai vertici mi sono permesso di consigliare di lavorare con una interlocuzione locale e di non proiettare progetti e situazioni in contesti particolare. Con l'accelerazione sulla questione Vallegrande - determinata dallo stop al carbone a fine 2021 - si dovrebbe ragionare su alcuni aspetti. Porti come Civitavecchia e Trieste stanno lavorando a progetti legati all'idrogeno. E per produrre idrogeno verde occorrono grandissimi spazi. Alla Spezia, ad esempio, quell'area potrebbe essere dedicata all'idrogeno verde. Così come una parte alla logistica distributiva. Bisogna poi tenere conto che di qui a qualche mese molte produzioni, specialmente più avanzate, rientreranno nel nostro Paese e avranno bisogno di spazi, per attività mi auguro non inquinanti e altamente professionali. Molte di queste produzioni chiedono di avere vicino un porto.”

Stella Vita, un camper solare energeticamente autosufficiente

STELLA VITA - Il futuro sta nelle energie rinnovabili e nella ricerca di un modo per rendere il loro utilizzo veloce ed efficiente. Pensavamo di essere ancora lontani dal pensare di poter giungere ad una decarbonizzazione completa, visto che l’impiego di energie rinnovabili non copre i bisogni delle grandi infrastrutture. Dei ragazzi della Eindhoven University of Technology, Olanda, ci stanno smentendo, con il progetto Stella Vita

I veicoli Stella del Solar Team

Dai Paesi Bassi, più precisamente dalla Eindhoven University of Technology, arriva Stella Vita, un camper energeticamente autosufficiente. I 22 giovani studenti del gruppo Solar Team Eindhoven hanno presentato la prima “casa mobile” alimentata grazie ad un sistema di pannelli solari. Il team non è nuovo a questo tipo di progetti. La loro esperienza parte con Stella, la prima auto da corsa solare per famiglie realizzata nel 2013. Ma all’appello ci sono anche Stella Lux, Stella Vie e Stella Era. Tutti questi veicoli sono stati anche vincitori si esclusivi premi al World Solar Challenge in Australia. Tra questi mezzi quello che più ha portato al successo il Solar Team, prima di Stella Vita, è stato Stella Lux, perchè capace di ricaricare altri veicoli grazie all’energia in eccesso che riesce a produrre.

Il progetto Stella Vita

Il camper Stella Vita è dotato di una carrozzeria che coniuga estetica ed efficienza grazie all'aspetto contemporaneamente moderno e aerodinamico. Il tetto e gli elementi laterali estensibili sono ricoperti da pannelli solari, fornitori dell’energia che alimenta tutta le componenti del camper. Il tetto inoltre ha la possibilità di sollevarsi a soffietto così da potersi godere interamente il comfort degli interni e usufruire i pannelli solari aggiuntivi.

“Per l’uso quotidiano è stato progettato un interno confortevole, ma il più leggero ed efficiente possibile”.

Dichiarano i membri del team elencando poi gli elementi interni: un letto, un frigo, un bagno, un divano e un angola cottura, oltre alla postazione di guida. Proprio il guidatore, grazie al sistema di infotainment sul display, è costantemente informato sui livelli di consumo di energia.

I circa 17.5 metri quadri di pannelli solari producono l’energia necessaria ad un motore elettrico alimentato da una batteria agli ioni di litio da 60 kWh e tutti gli altri elementi del camper, come angolo cottura, illuminazione, tv e frigo. Nelle giornate di sole Stella Vita può percorrere fino a 730 km toccando punte di velocità vicino ai 120 km/h. In caso di mancanza di sole o esaurimento di energia autoprodotta nulla comunque toglie di ricaricare il camper alle colonnine pubbliche. In condizioni normali i tempi di ricarica legati ai pannelli solari vanno dai due ai tre giorni.

Un tour fino in Spagna per dimostrare le qualità di Stella Vita

La prima presentazione di Stella Vita c’è stata a marzo davanti ad un pubblico pieno di giovani. Ma la vera dimostrazione delle prestazioni del camper il Solar Team vuole darle su strada. Per questo dal 19 settembre sono partiti per un viaggio lungo 2.363 km che partendo dall’Olanda porterà il camper a Punta de Tarifa, la località più meridionale della Spagna.COP26 e cambiamenti climatici

Energia rinnovabile: i parchi eolici

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]ENERGIA RINNOVABILE - I dati riportati dall’ONU nell’ultimo report sui cambiamenti climatici mettono in evidenza la necessità di agire ancora più tempestivamente sulle emissioni di CO2. Un grande risorsa sono le energie rinnovabili e i mezzi migliori per farne uso. In Sicilia ed Emilia-Romagna prenderanno vita due nuovi parchi eolici realizzati in modo da ridurre l’impatto ambientale.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Pregi e difetti economici dell’energia rinnovabile

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Sono però somme doverose e necessarie che portano benefici diretti e indiretti alla popolazione. Si parla di vantaggi indiretti dovuti al miglioramento delle condizioni del nostro Pianeta, poiché si andrebbe a ridurre le emissioni di CO2 con la speranza di invertire la tendenza delle conseguenze dei cambiamenti climatici. I benefici diretti invece si possono individuare nei nuovi posti di lavoro che le fonti rinnovabile creano. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che saranno più di 14 milioni di nuove occupazioni nel mondo, all’interno di un totale di 30 milioni dati da tutto il progetto di transizione ecologica.

Questi nuovi operatori avranno però bisogno di formazione e riqualificazione che comportano costi i quali sono però considerati all’interno dei 20 miliardi sopra citati. Per far fronte a queste spese la Commissione Europea ha dato vita al Fondo per una transizione giusta, che avrà a disposizione 19,2 miliardi di euro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Gli investimenti di Sicilia ed Emilia-Romagna per parchi eolici

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Sicilie ed Emilia-Romagna sono due Regioni italiane che hanno già in ballo due progetti importanti in tali termini. Si tratta della realizzazione di due parchi eolici. In Sicilia prenderà vita un parco eolico da 60 Km per un costo totale di 9 miliardi di euro. Il parco avrà poi uno scopo aggiuntivo. Sarà installato al largo delle coste siciliane e sarà fornito di telecamere e radar per monitorare i cetacei, oltre ad avere strutture per ospitare gli uccelli migratori.

In Emilia-Romagna invece verrà realizzato in parco eoli sempre sulla superficie marina ma accompagnato da un pannello fotovoltaico e da elettrolizzatori con il compito di produrre idrogeno verde dall’energia rinnovabile non utilizzata. Il progetto avrà un costo totale pari a 1 miliardo di euro circa.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

I risultati del Report Onu di cui si parlerà a Cop26

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Gli avvertimenti sui cambiamenti climatici

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Gli effetti del riscaldamento si stanno sul clima che il Rapporto descrive li stiamo vedendo e subendo già oggi, ma potranno peggiorare. Si parla di incendi, alluvioni, innalzamento dei mari, aumento dell'umidità, erosione costiera, siccità o piogge troppo abbondanti e molto altro. La cosa più allarmante è che tutti questi fenomeni si manifestano sempre più frequentemente anche in luoghi dove sono altamente atipici.

I cambiamenti climatici sono influenzati sia dalle aziende che dalle scelte di ognuno di noi, ma siamo anche coloro, che insieme a tutto il resto del pianeta ne paga maggiormente le conseguenze. Una speranza ancora c’è e il Report Onu delinea anche le soluzioni che si devono mettere in atto facendo un focus regione per regione, cosa molto utile anche per la COP26.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Report Onu mette pressione a la COP26

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“Forti e costanti riduzioni di emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra limiterebbero i cambiamenti climatici.”

Ma cosa è la COP26? È la 26esima edizione della Conferenza delle Parti, che ha preso vita nel 1995 a Berlino. Si tratta dell'incontro annuale dei 154 Paesi che nel 1992 hanno firmato, a Rio, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Nel corso degli anni la Cop ha permesso di raggiungere risultati importanti come il protocollo di Kyoto e l’accordo di Parigi.

Questa edizione si terrà un pre-incontro a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre composto da tavole rotonde, dibattiti ed intrattenimento. Sono stati invitati anche 400 giovani che comporranno il Youth4Climate Driving Ambition, con il compito di mettere insieme idee da portare poi a Glasgow dal 1 al 12 novembre 2021. Infatti sarà proprio in questa occasione che si riuniranno 30.000 delegati, tra cui Capi di Stato, esperti climatici e attivisti, per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Il Report Onu e la COP26 infondono speranza

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il lavoro che il Report Onu e la COP26 faranno nei prossimi mesi è essenziale, ma anche noi dobbiamo esserlo. La transizione ecologica deve partire dall’alto, ma deve essere una priorità per ognuno di noi. Le conseguenze delle azioni passate stanno diventando accelerando ogni giorno, ma con operazioni mirate e su larga scala, se agiamo subito, potremo arginarle. Non dobbiamo però farci scoraggiare se i risultati non arriveranno subito perchè per invertire la tendenza ci vorrà del tempo, l’importante è continuare a perseguire l'obiettivo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Extreme E, un campionato automobilistico per sensibilizzare ai cambiamenti climatici

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Messi è in parte pagato in criptovalute dal PSG

MESSI CRIPTOVALUTE - Il trasferimento di Messi al Paris Saint Germain è stato uno dei colpi di calciomercato più inatteso del 2021. Il Barcellona ha provato in tutti i modi a tenersi il campionissimo, ma i tagli al budget erano troppo alti per trattenere la stella del calcio. Il club francese ha invece offerto alla “Pulce” uno stipendio considerato più adeguato al calciatore, ma con una sorpresa. Sul conto di Messi infatti non verranno riversati solamente euro, ma anche criptovalute.

Il caso messi

Questa estate Lionel Messi ha fatto molto parlare di se’. Il grande campione ha guidato per anni il Barcellona a compiere grandi imprese, ma il club spagnolo oggi non è stato più in grado di permettersi o stipendio della “Pulce”. Per questo motivo, con grande dolore, l’argentino è stato comprato dal PSG, club francese che con il calciomercato 2021 ha aggiunto numerose stelle alla sua rosa.

Messi però si è distinto tra gli altri numerosi acquisti di tutto rispetto. Il motivo lo si ritrova nel suo ingaggio. Il calciatore ha firmato un contratto da circa 30 milioni annui più bonus. La particolarità però non è la cifra in se’, ma come questa è ripartita. Infatti una parte sarà parte sarà pagata in euro, un’altra in criptovalute. Il Paris Saint Germain però non ha rivelato la proporzione tra le due monete.

Messi pagato con la criptovaluta del Psg: $PSG Fan Tokens

Nel panorama calcistico sono entrate a far parte le criptovalute e i token già da qualche anno, ma Messi è il primo giocatore a riceverle come stipendio. Ma entriamo più nel dettaglio della questione. Nonostante siano una tecnologia abbastanza recente esistono al mondo già numerose criptovalute. Quelle che riceverà il calciatore sono $PSG Fan Tokens, ovvero la moneta che il PSG ha creato con Socios.com nel 2020. La scelta di dar vita ad una propria criptovaluta è nata per cercare di dare origine a nuove forme di ingressi finanziari e diversificare gli investimenti.

I Fan Tokens infatti, come tutte le criptovalute, sono quotati in borsa e possono esservi scambiati. Per questo sono soggetti a continue fluttuazioni che costituiscono il peggior difetto e il miglior pregio di questo metodo di pagamento. Per fare un esempio l’affare Messi ha fatto sì che i $PSG Fan Tokens raddoppiassero il proprio valore. Prima dell'annuncio il loro valore era di 19 euro, dopo 42,48. Ma l’influenza dell’operazione di mercato in borsa non è finita qui. Il club parigino ha infatti affermato che già dopo le prime indiscrezioni sul possibile acquisto del giocatore i volumi di scambio dei fan token hanno toccato i 1,2 milioni di dollari.

Messi è il primo, ma non l'ultimo caso di calciatore pagato in criptovalute

La scelta del Paris Saint Germain di puntare sui Fan Token rientra pienamente nell’andamento che il mercato calcistico e sportivo in generale sta prendendo. Ad affermarlo è anche Alexandre Dreyfus, ceo di Chiliz e Socios.com:

“Il Paris Saint-Germain sta raccogliendo i frutti del suo approccio innovativo e sono convinto che questo sarà l’inizio di una nuova tendenza che vedrà Fan Tokens e Socios.com giocare un ruolo sempre più importante ai massimi livelli dello sport”.

Extreme E, la sfida tra i ghiacciai della Groenlandia

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]EXTREME E - I cambiamenti climatici sono una realtà che non possiamo più ignorare. Per fortuna esistono menti brillanti come quella di Alejandro Agag che riescono a dar vita a progetti che coniugano utile e dilettevole. Dalla sue idee sono scaturite la Formula E ed Extreme E. Questo ultimo è un progetto che mette in piazza SUV elettrici altamente competitivi che si sfidano in gare automobilistiche in luoghi emblematici per le conseguenze dei cambiamenti climatici.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il progetto Extreme E 

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Questo tipo di iniziativa potrebbe sembrare un controsenso dal momento che il 30% delle emissioni di CO2 del pianeta proviene dai trasporti, e le protagoniste di queste gare sono proprio delle auto che girano per tutto il mondo. In realtà Extreme E esiste per mostrare le prestazioni che hanno i veicoli elettrici. Per raggiungere questo obiettivo si utilizza il potente mix di azione sportiva emozionante, formazione scientifica e storytelling.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

La prima gara automobilistica della Groenlandia 

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“La Groenlandia è un posto incredibile e sono felice di organizzare il primo evento di motorsport del Paese. La squadra che ha lavorato dietro le quinte per far sì che questo si realizzasse, nel remoto Artico, è stata eccezionale. - ha affermato Alejandro Agag, fondatore e Ceo di Extreme E - Vogliamo evidenziare la situazione dell’isola del Mar Artico e affrontare argomenti come lo scioglimento del ghiaccio e l’innalzamento del livello del mare. Credo siamo davanti a un punto di svolta nella crisi climatica”.

Queste sono le motivazioni che hanno portato Extreme E a sbarcare il Groenlandia. La regione del Mar Artico ha ospitato per la prima volta una corsa automobilistica. All’interno del week-end di gara ci sarà tempo per divertirsi vedendo sfrecciare i formidabili SUV elettrici e sensibilizzarsi. La pista su cui si è corso era infatti in precedenza un ghiacciaio andato poi a sciogliersi e scomparire.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Le terre toccate da Extreme E

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il progetto di Extreme E cerca di coniugare divertimento e dovere in un unico luogo. Esplorare con mezzi ad alta velocità ed ecosostenibili posti mozzafiato ne esalta la bellezza e l’importanza che non vadano perduti. Prima della Groenlandia, al fine di sensibilizzare sull'innalzamento dei mari, i 9 team si erano sfidati ad Alula in Arabia Saudita. Qui era importante portare alla luce il problema della desertificazione. C’era stata la possibilità di correre in Amazzonia per riflettere sulla deboschizzazione del nostro Polmone, ma alla fine si è volati in Sardegna per acuire l’attenzione sui problemi che i cambiamenti climatici comportano alle isole.

Questo tipo di progetti ha come unico scopo metterci davanti all’evidenza che è possibile fare qualcosa per il nostro pianeta e che noi dobbiamo essere i primi a muoverci in questa direzione. Nella vita quotidiano solo molte le scelte, anche piccole, utili e necessarie che possiamo adottare.

 

Visita il sito di Estreme E e scopri le loro iniziative

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Nft e criptovalute tra NBA e calcio

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Cosa sono gli NFT e le criptovalute 

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La transazione digitale è una realtà sempre più concreta che con la pandemia da Covid ha subito una forte impennata. Ormai praticamente tutto ha un suo corrispettivo digitale. Anche le monete e l’arte non sono da meno. Stiamo infatti parlando delle criptovalute e degli NFT.

I gettoni non fungibili (NFT – “Non Fungible Tokens”) sono beni digitali che rappresentano una vasta gamma di oggetti unici, tangibili e intangibili. NBA Top Shot è uno dei mercati principali dei non fungible tokens, prodotto di Dapper Labs. Ha guadagnato fama qualche anno fa con CryptoKitties e ha portato in alto il trend delle trading card del basket al digitale. Il rapporto con l’Nba e la sua notorietà ha contribuito a rendere gli NFT ancora più popolari.

Le criptovalute invece sono valute virtuali gestite da una struttura di dati condivisa e immutabile, detta blockchain. A differenza degli NFT,  le cripto devono il loro successo al sostegno del visionario Elon Musk che per primo ha creduto nel progetto. Oggi l’inventore di Tesla ha ritrattato la ritrattato la sua fiducia, riconoscendo nella blockchain una tecnologia rivoluzionaria, ma ancora non ecosostenibile.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

NFT per Nba, Criptovalute per il calcio

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Se gli NFT hanno conquistato il mercato Nba, le criptovalute si stanno imponendo in quello del calcio. Recentemente il Milan ha infatti annunciato il primo sponsor per la manica delle proprie maglie. Si tratta di BitMEX, la piattaforma leader per le cripto derivate, nota specialmente per l’ideazione di Perpetual Swap, il crypto derivato più scambiato di tutti i tempi.

“Nell'ambito della partnership, il brand BitMEX sarà visibile sulla manica della divisa ufficiale della squadra maschile e femminile in tutte le competizioni, inclusa la UEFA Champions League, e sulla manica della squadra di eSports rossonera, AQM, segnando un'altra prima assoluta per il Club.”

Questo è una parte del comunicato ufficiale emesso dal Milan. L’accordo tra Milan e criptovalute non il primo che avviene nel mondo del calcio. Infatti abbiamo Roma e DigitalBits e Inter e Socios. Socios inoltre ha introdotto le criptovalute nel calcio stipulando accordi con  altre cinquanta squadre circa al fine di promuovere i fan token. Queste monete digitali permettono ai singoli tifosi di entrare in possesso di particolari privilegi per avere voce su alcune decisioni delle squadre.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Medaglia olimpica: da dove si ricava

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]MEDAGLIA OLIMPICA - Dopo un anno in più di attesa finalmente si sono aperti i giochi olimpici di Tokyo 2020. Atleti provenienti da ogni parte del mondo, anche dalle terre più remote, si sfidano in molteplici discipline per guadagnarsi il titolo di campioni. Alla fine dei giochi olimpici estivi verranno consegnate all’incirca 1017 medaglie (non considerando i possibili parimerito). Oro, argento e bronzo sono i metalli che contraddistinguono i tre gradini del podio, ma le medaglie olimpiche come sono realizzate?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Quante medaglie da fare!

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Alla fine delle Olimpiadi e paraolimpiadi di Tokyo ci saranno stati rispettivamente 339 e 537 podi, ma non verranno consegnate esattamente lo stesso numero di medaglie. Questo perché vanno considerati gli sport a squadre, quelli in cui non è concepita l'esistenza di un quarto posto e quindi si daranno due bronzi e gli eventuali ex aequo in discipline che non prevedono spareggi. All’inizio della manifestazione è quindi praticamente impossibile sapere già con certezza assoluta il quantitativo di medaglie di cui si deve disporre.

L’unica cosa di cui si è certi è come devono essere realizzate quanti abitissimi e agognati premi. In ogni edizione dei giochi il design delle medaglie viene affidato ad un artista locale che può dare sfogo alla sua creatività seppur con certi limiti. Infatti egli sa che in un lato delle medaglia olimpica dei giochi estivi dovrà obbligatoriamente raffigurare lo stadio Panathinaiko e il simbolo della Vittoria Alata. E ovviamente dovranno essere realizzate nei tre metalli, oro argento e bronzo. Ma da dove vengono reperiti questi metalli?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Una medaglia olimpica ricavata dai dispositivi elettronici riciclati

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«Speriamo che il nostro progetto di riciclare piccoli prodotti dell’elettronica di consumo e i nostri sforzi per creare una società più attenta all’ambiente e sostenibile diventino l’eredità dei Giochi olimpici di Tokyo 2020», avevano dichiarato gli organizzatori di Tokyo 2020.

Ma cosa hanno fatto per dare l’esempio? Semplice hanno dato vita a Tokyo 2020 Medal Project. Il progetto consisteva nel dare vita a una mega raccolta di apparecchi elettronici usati da cui poi sono stati ricavati i metalli necessari per realizzare le medaglie. L’iniziativa ha avuto talmente tanto successo che nel giro di due anni appena è stato raccolto tutto il necessario. Infatti dagli apparecchi depositati nei centri di raccolta sparsi per le città e nei punti vendita di NTT Docomo, partner dell’iniziativa, si è ricavato 30,3 chili d’oro, 3.500 chili di argento e 2.200 chili di bronzo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Le certificazioni B Corporations: due esempi italiani

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]B CORPORATIONS - La salute della nostra gente e del nostro pianeta è legata al modo in cui rendiamo conto di ciò che facciamo, che lo capiamo o no. La buona notizia è che c’è un’economia emergente in cui il profitto non è la prima e unica considerazione, in cui il bene della società e l’ambiente stanno influenzando le decisioni delle imprese.

Infatti le aziende sono certamente più consapevoli che mai del fatto che si sta verificando un cambiamento tra i consumatori, che vogliono fare meglio per il mondo acquistando prodotti e servizi da buone fonti. Allo stesso tempo però i consumatori hanno bisogno di difendersi dal green wash marketing e sapere con certezza quali sono le imprese di cui fidarsi. Per questo esiste la certificazione di B Corporation.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Le B Corp

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Le Certified B Corporations, sono società costituite, che traggono profitto bilanciando scopo e profitto. Queste aziende devono soddisfare i “più alti standard di prestazioni sociali e ambientali verificate, trasparenza pubblica e responsabilità legale” per dimostrare che stanno bilanciando profitto e scopo, facendo del bene per tutti gli stakeholder, in altre parole, non solo gli azionisti.

Gli stakeholder sono definiti come – Dipendenti/lavoratori, clienti, comunità e ambiente. C’è un’altra area di attività aggiuntive rispetto a cui sono misurati tutti gli altri, ovvero la governance, vale a dire, come il vostro business è strutturato e gestito – la sua missione, l’etica, la responsabilità e la trasparenza.

A partire dal 2021, ci sono oltre 3.800 Certified B Corps in oltre 70 paesi, per 150 diversi settori, dai prodotti ai servizi.

Come si diventa una B Corp?

Per prima cosa si deve fare richiesta per essere valutati. Una volta che il nostro caso è stato preso in considerazione entra in gioco una strumento per la valutazione, il B Impact Assessment. Tramite questo esame si verificano e migliorano le per performance aziendali tramite l’assegnamento di un punteggio per ogni aspetto elencato: Ambiente, Dipendenti, Community, Governance, Clienti, B Score. Per ricevere la Certificazione di B Corporations il B Impact Assessment deve restituire un punteggio che va da un minimo di 80 ad un massimo di 200.

In Italia sono numerose le aziende che hanno raggiunto questo traguardo e in settori diversi. Vediamone due.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

L'aggiornamento della Certificazione di B Corporations per Treedom

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Nel 2010 Federico Garcea e Tommaso Speroni fondano Treedom. L'azienda ha sede a Firenze, Italia. Treedom è il primo sito e-commerce che permette di piantare alberi a distanza e seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare. Dalla 2010 ad oggi sono stati piantati più di 1.000.000 di alberi in Africa, America Latina, Asia e Italia. Chi acquista un albero da piantare lo affida ai contadini locali che si occuperanno di seguire ogni fasi, prendendosi cura della pianta in tutto il suo ciclo di vita.

Treedom ha dichiarato di voler raggiungere traguardi sia legati all’ambiente che all'aiuto delle società. Per quanto riguarda i campi relativi alle agro-forestazioni si impegnano nella lotta alla deforestazione e alle emissioni di CO2, nella protezione della biodiversità, la prevenzione dell'erosione del suolo. Per la società invece porta avanti progetti legati alla produzione alimentare sostenibile e la garanzia di titoli di reddito per i contadini. Questo impegno è valso a Treedom in riconoscimento della Certificazione di B Corporations nel 2014, aggiornato nel 2021 con l’aggiunta delle aree di Governance e Lavoratori.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Anche il Caffè ha la sua B Corporations con Illycaffè

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Illycaffè  è azienda familiare fondata a Trieste nel 1933, la prima nel settore del caffè. Nel corso degli anni ha dato vita a numerosi progetti, tra cui l’Università del Caffè e la celebrazione dei propri coltivatori che producono il miglior lotto di caffè sostenibile. L’impegno dell’azienda si dirama in innumerevoli iniziative, dall’agricoltura generativa e rispetto per l’ambiente, alla valorizzazione dei lavoratori nei campi e negli stabilimenti. In tutto ciò a oggi ha anche annunciato di voler ricorrere l’obiettivo di essere oltre all’impegno di essere carbon free entro il 2033. Tale impegno si è coronato con l’ottenimento della  Certificazione.

«Questo straordinario traguardo raggiunto da illycaffè dimostra che anche nel settore del caffè è possibile agire in maniera rigenerativa — ha commentato Eric Ezechieli, cofondatore di Nativa, Regenerative Innovation Company e country partner per l’Italia di B Lab —. Oggi è indispensabile per tutte le aziende evolvere in questa direzione e siamo certi che questo successo di illy ispirerà molti altri, in Italia e nel mondo, ad accelerare in questa direzione».

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Sostenibilità e Olimpiadi, un connubio che è già realtà

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]SOSTENIBILITÀ OLIMPIADI - Con l’emergenza sanitaria da coronavirus e le restrizioni in atto per contrastarla anche i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 sono andate prima in stand-by e poi rimandate al 2021. Adesso finalmente la fiamma olimpica si accende di nuovo dopo 5 anni. Questa edizione sarà molto particolare per le restrizioni in vigore, ma nonostante ciò si e cercato di mettere in atto tutte le azioni possibili riguardanti la sostenibilità. Sostenibilità e Olimpiadi sono un connubio che persiste da anni e che ha una forte risonanza, anche se alcune scelte a volte vengono fraintese dalla stampa.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Agenda Olimpica 2020, più sostenibilità per le Olimpiadi

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo il rinvio e numerose polemiche relative alla paura per la diffusione del coronavirus, finalmente le Olimpiadi di Tokyo 2020 avranno inizio. Il 23 Luglio 2021 la cerimonia di apertura darà il via alle danze della competizione tra sportivi e nazioni più vecchia della storia. Prima ancora di rivolgere l’attenzione a tutte le norme da mettere in vigore per evitare contagi, il comitato olimpico aveva già posto l’attenzione sul come rendere sostenibile un evento sportivo di tale portata.

L’impegno del CIO per una maggiore sostenibilità dei giochi è iniziato nel 2014 durante l’incontro di Monaco in cui è stata presentata e approvata l’Agenda Olimpica 2020. Essa altro non è che l’insieme di 40 raccomandazioni molto specifiche rivolte a rafforzare i 3 temi principali dell’allora futuro e attuale presente: Credibilità, Sostenibilità e Gioventù. La scelta di rendere noti questi obiettivi e le attività per raggiungerli è stata presa perché il CIO è consapevole di quanto questi temi sia necessario per la comunità e di quanto manifestazioni come le Olimpiadi possano funzionare da cassa di risonanza per sensibilizzare molto più pubblico.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Da Vancouver a Cortina le prime misure riguardanti sostenibilità e olimpiadi

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Se si va a guardare la storia delle Olimpiadi e delle sue sedi si scopre che in realtà il cammino per la sostenibilità era già stato intrapreso prima del 2014 a Monaco. Infatti già le olimpiadi invernali del 2010 a Vancouver erano stato ospitate da strutture interamente sostenibili (anche nelle scelta delle fonti di energia per l’alimentazione degli impianti), come lo erano anche i mezzi di trasporto utilizzati.

Come già era successo ai Giochi Olimpici di Rio del 2016, anche a Tokyo le medaglie saranno realizzate interamente con materiali riciclati e utilizzando apparecchiature dismesse riqualificate. I podi sui quali saliranno gli atleti per le premiazioni sono realizzati con plastica recuperata dal mare e una volta conclusa la manifestazione verranno ricollocati in scuole e strutture sportive. La sostenibilità la si ritrova anche nei letti del villaggio olimpico realizzati completamente in cartone. Secondo la stampa mondiale la scelta sarebbe stata fatta per altri motivi, ma non è così, perché in realtà è solo una decisione che rientra nelle scelte ecosostenibili. 

“Il cartone è un materiale di design innovativo, ecologico che negli ultimi anni sta diventando protagonista degli arredi sostenibili. Inoltre, questi letti sono molto resistenti, supportando un peso fino a 200 chilogrammi.”

Per quanto riguarda l’edizione dei Giochi Olimpici invernali di Cortina 2026, oltre alle scelte sostenibili già note, si è scelto di utilizzare e riqualificare tutte le strutture e gli impianti già esistenti, costruendo da nuovo solamente uno.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Tutti possiamo essere più eco-friendly

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Eventi e manifestazioni come i giochi olimpici dimostrano come anche noi nel nostro piccolo possiamo attuare scelte sostenibili. La questione p molto importante perché per millenni abbiamo chiesto troppo al nostro pianeta e ora lui ci sta chiedendo indietro tutto.

Per saperne di più sulla sostenibilità, clicca qui. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]