Il fenomeno dello sbiancamento dei coralli

SBIANCAMENTO CORALLI - Uno studio condotto dal team di Terry Hughes, professore all'ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies della James Cook University, ha evidenziato il verificarsi del terzo caso di sbiancamento della Grande Barriera Corallina. Ma in cosa consiste il fenomeno dello sbiancamento dei coralli e quali sono le cause?

Lo sbiancamento dei coralli

I cambiamenti climatici stanno influenzando il nostro Pianeta sotto più punti di vista. A farne le spese e a sentirne maggiormente il peso al momento è la biodiversità e tutte le specie che abitano questa Terra. Tra questi ci sono i coralli. Nella Grande Barriera Corallina, al largo dell’oceano australiano sono sempre più soggetti al fenomeno dello sbiancamento.

I coralli, a causa dell’alta temperatura anomala delle acque, rilasciano le zooxanthellae, alghe unicellulari che vivono in simbiosi con i coralli. Queste alghe sono le responsabili del 90% della fornitura di energia necessaria ai coralli per vivere e sono anche il motivo dei loro colori vivaci.

La causa dello sbiancamento dei coralli non è solo lo shock termico ma anche l'aumento del tasso di acidità degli oceani. Il fenomeno è reversibile fino a quando i coralli continuano a presentare percentuali di zooxanthellae. Nel momento in cui le avranno eliminate dal loro organismo tutte non potremo più tornare indietro. Lo studio condotto dalla James Cook University, ha però evidenziato come i tempi di guarigione si stiano sempre più allungando e come i coralli facciano sempre più fatica a tornare alla loro vita.L’importanza dei coralli

Il voler salvare i coralli e le più famose Barriere Coralline a molti può sembrare solo un atto per non perdere uno spettacolo magnifico. Dietro in realtà c’è molto di più. Infatti i coralli permettono di salvaguardare la biodiversità marina e costituiscono una barriera naturale contro i principali fenomeni atmosferici che possono colpire le coste.

Senza coralli le popolazioni costiere sarebbero sempre più soggette a fenomeni come tsunami ed erosione. Per non parlare delle attività economiche che vi sono legate.

Idee tampone per lo sbiancamento dei coralli

“Non possiamo rendere le barriere a prova di riscaldamento globale” afferma Hughes.

Però in Australia si stanno cercando di applicare alcune soluzioni. La lista delle idee possibili vedeva inizialmente 160 opzioni, di queste ne sono state selezionate 43. Con la Grande Barriera Corallina ne stanno provando una dal nome “cloud brightening”. Si tratta di nebulizzare in aria migliaia di miliardi di nano cristalli di sali marini da una chiatta. Le particelle lanciate in aria si mescolano con le nuvole basse e permettono loro di riflettere più luce solare del normale. Così facendo si costruisce una specie di schermatura dai raggi solari verso l’acqua e quindi verso i coralli e le specie marine sottostanti.Il lavoro della Cop 26 contro i cambiamenti climatici 

Hamid-Reza Khoyi introduce il Greenwashing

Il greenwashing

HAMID-REZA KHOYI GREENWASHING -Per greenwashing si intende “essere verdi di facciata” ovvero dichiarare di essere un’azienda sostenibile, ecologicamente all’avanguardia, ma non esserlo con i fatti. Le imprese sono portate a farlo per accattivarsi un mercato che è sempre più sensibile al tema della sostenibilità, ma è ancora troppo poco informato. Comunicare di essere un’azienda green affascina il cliente e quindi permette di massimizzare i profitti.

Investire in adeguamenti eco-sostenibili è costoso e ancora non porta a riscontri economici adeguati, quindi praticare il greenwashing rientra in abili questioni di marketing. Purtroppo i consumatori hanno estrema difficoltà a difendersi da questi inganni. L’unico strumento a loro disposizione oggi è quello dell’informazione, ovvero fare ricerche accurate, anche sul web, sull’azienda da cui si vuole acquistare per capire se applicano o meno ciò che affermano.Per concludere la lettura e saperne di più, clicca qui

Le azioni dello Sport per la sostenibilità

SPORT SOSTENIBILITÀ - “I valori dello sport sono valori di universalità e armonia”, ha dichiarato Audrey Azoulay, direttore generale dell'Unesco, “si basa sui concetti di rispetto, comprensione, integrazione e dialogo, e contribuisce allo sviluppo e alla realizzazione degli individui senza distinzione di età, sesso, origini, credenze e opinioni. Lo sport è un forum unico per l'azione e la riflessione per trasformare le nostre società". Lo sport è stato inserito anche nell'Agenda 2030 dell’Onu, come strumento per raggiungere gli obiettivi per una maggiore sostenibilità. Ma i vertici dello sport cosa stanno facendo per la sostenibilita?

Speciale Sky su sport e sostenibilità 

Quando si parla di sostenibilità ci si riferisce a tutte quelle azioni che permettono di mettere in atto azioni volte a migliorare la situazione del nostro pianeta e dei suoi singoli abitanti. In questi giorni tra lo “Youth4Climate: Driving Ambition” e la “Cop26”, Sky ha organizzato uno speciali in cui sono intervenuti Michele Uva, Football & Social Responsibility director UEFA e Stefano Domenicali, Presidente e CEO di Formula 1.

I due ospiti hanno espresso quelle che non le iniziative dei rispettivi sport che rappresentano in tema di sostenibilità. Da parte sua, i padroni di casa si Sky, stanno portando avanti il progetto Sky Zero, ovvero la campagna per divenire la “prima net zero carbon media company in Europa entro il 2030”. Per raggiungere questo obiettivo l’emittente punta a ridurre del 50% le emissioni generate sia internamente che relativamente ai fornitori a cui si appoggia. Inoltre si impegna a mettere in atto altre campagne attive e di sensibilizzazione per cercare di porre rimedio, piantando alberi ad esempio, laddove non si può ancora ridurre le emissioni.

Sostenibilità e calcio

Le parole di Michele Uva:

“È impossibile che ci sia una sola entità che possa risolvere il problema della sostenibilità nello sport e in qualunque altro settore. Ma la somma di un miliardo e mezzo di piccoli gesti può fare la differenza. Però serve anche una strategia.

Il calcio è una grande piattaforma, come la Formula Uno, una piattaforma che raggiunge un miliardo e mezzo di persone. Non è facile percepire l’urgenza perché i tifosi sono focalizzati in quei 90’. Ma quello che sta intorno alla partita è indubbiamente legato all’ambiente. Lo stadio è un centro di grande attenzione verso il clima, parlo del riciclo dei materiali, dei consumi per arrivarci, della luce, dell’utilizzo delle acque piovane, ci sono tanti fattori che, messi insieme, possono incidere. Bisogna lavorare su quello. Non percepiamo l’urgenza, ma percepiamo il dovere di occuparci di queste cose.

Abbiamo identificato nella nuova strategia che stiamo approntando e che sarà approvata a dicembre, 4 grandi temi nell’area dell’ambiente: uno è la protezione dell’ambiente con tutti i piccoli gesti o con tutte le attività; il secondo è sull’economia circolare; il terzo è la sostenibilità degli eventi, perché lo sport è fatto di eventi e non parlo solo di una partita, ma anche di un allenamento, se lo moltiplichiamo per centinaia di milioni di persone che giocano vedrete qual è l’effetto; l’ultimo è la sostenibilità degli impianti: i nuovi impianti, quelli che devono ancora nascere – quando parlo di impianto non parlo solo di stadio, ma anche di centro di allenamento, di un piccolo campetto di periferia – devono nascere tutti seguendo dei nuovi criteri.

Stiamo studiando questi quattro temi con azioni concrete perché altrimenti alla fine rimaniamo solo nella fascia del “si può fare”. In realtà lo vogliamo fare, sappiamo che poi la UEFA ha una ricaduta su 55 Federazioni, che hanno una ricaduta su centinaia di migliaia di Club e su milioni di giocatori. Sono 92 milioni le persone che ogni settimana giocano a calcio in Europa.”

L’impegno della Formula 1 per uno sport più sostenibile che sia da esempio

La f1 si è impegnata a creare in laboratorio un carburante al 100% sostenibile che garantisce meno emissioni, stessa potenza e più efficienza. Questo perché entro il 2030 le previsioni indicano che ci saranno in circolazione 1.8 milioni di veicolo di cui solo l’8% elettrico. Inoltre anche i mezzi pesanti, le navi e i mezzi aerei hanno bisogno di una soluzione ecosostenibile. Per questo la F1 si sta impegnando a fare da apripista ad un modo di circolare più sostenibile, fornendo un carburante che possa andar bene per tutti i mezzi di trasporto in tutto il mondo.

Stefano Domenicali, ospite Sky ha ampliato il discorso di sport e sostenibilità.

“La Formula Uno ha sempre avuto la bellezza di essere al centro dello sviluppo tecnologico su tutti i fronti. In questo momento in cui i temi che stiamo affrontando sono nell’interesse di tutti e sono nella lista di priorità, abbiamo trovato un terreno fertilissimo perché noi coinvolgiamo aziende che sono leader nel mondo di tutti i settori e quindi questo faciliterà il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati.

Abbiamo l’obbligo, utilizzando un altoparlante diretto e indiretto, di diventare responsabili e moltiplicare questo effetto visto i contatti che possiamo portare.

Se parliamo di obiettivi a medio termine, noi abbiamo l’obbligo e l’impegno di arrivare al carbon net zero nel 2030, quindi come industria questo è qualcosa su cui ci siamo impegnati e stiamo facendo tutto affinché questo venga rispettato e impostato già da adesso. Per quanto riguarda i nuovi regolamenti, la parte centrale è quella di aver già deciso che la nuova Power Unit del futuro sarà un motore ibrido con l’utilizzo di benzine sostenibili. Per noi questa è una grandissima scelta di coerenza rispetto a chi ha la Formula Uno.

Poi, ci sono altri aspetti altrettanto importanti, ad esempio abbiamo – e il tutto viene contrattualizzato ovviamente con i nostri promotori – il fatto di vedere come da qui al 2030, tutta l’impiantistica vada in questa direzione. Come sappiamo, quando parliamo di gestione di eventi in ambiti come quelli degli stadi o dei circuiti di Formula Uno, abbiamo una serie di strutture che consumano. Sotto questo profilo, abbiamo preso degli impegni con i promotori per andare in questa direzione. Siamo già partiti, abbiamo degli impianti, possiamo già anticipare che ad esempio il Bahrain il prossimo anno ha già lanciato che tutta l’energia che utilizzeranno per alimentare il consumo per le strutture verrà fatto con l’energia solare.

Questi sono impegni veri, fatti, non parole. Noi siamo partiti già da quest’anno con la riduzione dell’utilizzo quotidiano della plastica, la plastica monouso non è più nel paddock, così non sarà più utilizzata dagli spettatori che arrivano e consumano all’interno delle nostre strutture. Suv tra i ghiacci per sensibilizzare ai cambiamenti climatici

I porti scelgono l'idrogeno verde

IDROGENO VERDE PORTI ITALIANI - Gli eventi catastrofici degli ultimi anni hanno portato sempre più persone a sensibilizzarsi al tema dello sviluppo sostenibile. Anche le stesse organizzazioni, statali e non, non sono rimaste impassibili e stanno cominciando a imporre le prima manovre in campo ecologico, capendo sempre più quanto sia primario questo tema.

Decarbonizzazione dei porti

In tutto il mondo e in tutti i settori si stanno cercando metodi e soluzioni per ridurre le emissioni di CO2. Il settore portuario non è da meno. Un esempio è la città di La Spezia in cui è stato firmato un accordo tra Mario Sommariva, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale, Enel e Snam. I due protocolli hanno lo scopo di favorire la decarbonizzazione e transizione energetica.

In occasione dell’accordo Sommariva ha affermato:

"Siamo in una fase storica nuova, in cui la necessità di politiche di sostenibilità ambientale è ormai profonda e diffusa - ha detto Sommariva -. Il porto della Spezia vuole diventare un polo dell'innovazione in materia di sostenibilità ambientale. È tutto il sistema porto che deve cambiare pelle. Minori consumi per illuminazione di aree esterne ed edifici, navi a GNL, banchine elettrificate, automezzi, macchine operatrici e gru elettriche e, da subito, progetti pilota per l'uso dell'idrogeno che va chiaramente individuato come obiettivo di fondo. È importante privilegiare le fonti rinnovabili guardando in modo complementare al GNL ed all'elettricità. Il porto resterà un sistema energivoro ma l'energia che si consumerà dovrà essere pulita".

Luigi Merlo e la proposta dell’idrogeno verde per i porti italiani

Dello stesso avviso è Luigi Merlo, Vicepresidente di Conftrasporto e Presidente di Federlogistica. In un convegno tenutosi a Lerici ha parlato dell’importante tema della riconversione a scopi logistico-energetici delle aree dismesse in prossimità dei porti. Le sue idee si ispirano alla riconversione all'idrogeno verde che si sta attuando nei porti di Civitavecchia e Trieste.

“Sul futuro delle aree Enel bisognerebbe elevare il livello della discussione e della progettualità a La Spezia, uscire dall'angolo e del chiacchiericcio per capire quale ruolo, il golfo e la città possono avere. In questo momento mi sembra che questo respiro che stia

mancando. Ai vertici mi sono permesso di consigliare di lavorare con una interlocuzione locale e di non proiettare progetti e situazioni in contesti particolare. Con l'accelerazione sulla questione Vallegrande - determinata dallo stop al carbone a fine 2021 - si dovrebbe ragionare su alcuni aspetti. Porti come Civitavecchia e Trieste stanno lavorando a progetti legati all'idrogeno. E per produrre idrogeno verde occorrono grandissimi spazi. Alla Spezia, ad esempio, quell'area potrebbe essere dedicata all'idrogeno verde. Così come una parte alla logistica distributiva. Bisogna poi tenere conto che di qui a qualche mese molte produzioni, specialmente più avanzate, rientreranno nel nostro Paese e avranno bisogno di spazi, per attività mi auguro non inquinanti e altamente professionali. Molte di queste produzioni chiedono di avere vicino un porto.”

Stella Vita, un camper solare energeticamente autosufficiente

STELLA VITA - Il futuro sta nelle energie rinnovabili e nella ricerca di un modo per rendere il loro utilizzo veloce ed efficiente. Pensavamo di essere ancora lontani dal pensare di poter giungere ad una decarbonizzazione completa, visto che l’impiego di energie rinnovabili non copre i bisogni delle grandi infrastrutture. Dei ragazzi della Eindhoven University of Technology, Olanda, ci stanno smentendo, con il progetto Stella Vita

I veicoli Stella del Solar Team

Dai Paesi Bassi, più precisamente dalla Eindhoven University of Technology, arriva Stella Vita, un camper energeticamente autosufficiente. I 22 giovani studenti del gruppo Solar Team Eindhoven hanno presentato la prima “casa mobile” alimentata grazie ad un sistema di pannelli solari. Il team non è nuovo a questo tipo di progetti. La loro esperienza parte con Stella, la prima auto da corsa solare per famiglie realizzata nel 2013. Ma all’appello ci sono anche Stella Lux, Stella Vie e Stella Era. Tutti questi veicoli sono stati anche vincitori si esclusivi premi al World Solar Challenge in Australia. Tra questi mezzi quello che più ha portato al successo il Solar Team, prima di Stella Vita, è stato Stella Lux, perchè capace di ricaricare altri veicoli grazie all’energia in eccesso che riesce a produrre.

Il progetto Stella Vita

Il camper Stella Vita è dotato di una carrozzeria che coniuga estetica ed efficienza grazie all'aspetto contemporaneamente moderno e aerodinamico. Il tetto e gli elementi laterali estensibili sono ricoperti da pannelli solari, fornitori dell’energia che alimenta tutta le componenti del camper. Il tetto inoltre ha la possibilità di sollevarsi a soffietto così da potersi godere interamente il comfort degli interni e usufruire i pannelli solari aggiuntivi.

“Per l’uso quotidiano è stato progettato un interno confortevole, ma il più leggero ed efficiente possibile”.

Dichiarano i membri del team elencando poi gli elementi interni: un letto, un frigo, un bagno, un divano e un angola cottura, oltre alla postazione di guida. Proprio il guidatore, grazie al sistema di infotainment sul display, è costantemente informato sui livelli di consumo di energia.

I circa 17.5 metri quadri di pannelli solari producono l’energia necessaria ad un motore elettrico alimentato da una batteria agli ioni di litio da 60 kWh e tutti gli altri elementi del camper, come angolo cottura, illuminazione, tv e frigo. Nelle giornate di sole Stella Vita può percorrere fino a 730 km toccando punte di velocità vicino ai 120 km/h. In caso di mancanza di sole o esaurimento di energia autoprodotta nulla comunque toglie di ricaricare il camper alle colonnine pubbliche. In condizioni normali i tempi di ricarica legati ai pannelli solari vanno dai due ai tre giorni.

Un tour fino in Spagna per dimostrare le qualità di Stella Vita

La prima presentazione di Stella Vita c’è stata a marzo davanti ad un pubblico pieno di giovani. Ma la vera dimostrazione delle prestazioni del camper il Solar Team vuole darle su strada. Per questo dal 19 settembre sono partiti per un viaggio lungo 2.363 km che partendo dall’Olanda porterà il camper a Punta de Tarifa, la località più meridionale della Spagna.COP26 e cambiamenti climatici

Energia rinnovabile: i parchi eolici

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]ENERGIA RINNOVABILE - I dati riportati dall’ONU nell’ultimo report sui cambiamenti climatici mettono in evidenza la necessità di agire ancora più tempestivamente sulle emissioni di CO2. Un grande risorsa sono le energie rinnovabili e i mezzi migliori per farne uso. In Sicilia ed Emilia-Romagna prenderanno vita due nuovi parchi eolici realizzati in modo da ridurre l’impatto ambientale.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Pregi e difetti economici dell’energia rinnovabile

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Sono però somme doverose e necessarie che portano benefici diretti e indiretti alla popolazione. Si parla di vantaggi indiretti dovuti al miglioramento delle condizioni del nostro Pianeta, poiché si andrebbe a ridurre le emissioni di CO2 con la speranza di invertire la tendenza delle conseguenze dei cambiamenti climatici. I benefici diretti invece si possono individuare nei nuovi posti di lavoro che le fonti rinnovabile creano. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che saranno più di 14 milioni di nuove occupazioni nel mondo, all’interno di un totale di 30 milioni dati da tutto il progetto di transizione ecologica.

Questi nuovi operatori avranno però bisogno di formazione e riqualificazione che comportano costi i quali sono però considerati all’interno dei 20 miliardi sopra citati. Per far fronte a queste spese la Commissione Europea ha dato vita al Fondo per una transizione giusta, che avrà a disposizione 19,2 miliardi di euro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Gli investimenti di Sicilia ed Emilia-Romagna per parchi eolici

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Sicilie ed Emilia-Romagna sono due Regioni italiane che hanno già in ballo due progetti importanti in tali termini. Si tratta della realizzazione di due parchi eolici. In Sicilia prenderà vita un parco eolico da 60 Km per un costo totale di 9 miliardi di euro. Il parco avrà poi uno scopo aggiuntivo. Sarà installato al largo delle coste siciliane e sarà fornito di telecamere e radar per monitorare i cetacei, oltre ad avere strutture per ospitare gli uccelli migratori.

In Emilia-Romagna invece verrà realizzato in parco eoli sempre sulla superficie marina ma accompagnato da un pannello fotovoltaico e da elettrolizzatori con il compito di produrre idrogeno verde dall’energia rinnovabile non utilizzata. Il progetto avrà un costo totale pari a 1 miliardo di euro circa.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

I risultati del Report Onu di cui si parlerà a Cop26

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Gli avvertimenti sui cambiamenti climatici

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Gli effetti del riscaldamento si stanno sul clima che il Rapporto descrive li stiamo vedendo e subendo già oggi, ma potranno peggiorare. Si parla di incendi, alluvioni, innalzamento dei mari, aumento dell'umidità, erosione costiera, siccità o piogge troppo abbondanti e molto altro. La cosa più allarmante è che tutti questi fenomeni si manifestano sempre più frequentemente anche in luoghi dove sono altamente atipici.

I cambiamenti climatici sono influenzati sia dalle aziende che dalle scelte di ognuno di noi, ma siamo anche coloro, che insieme a tutto il resto del pianeta ne paga maggiormente le conseguenze. Una speranza ancora c’è e il Report Onu delinea anche le soluzioni che si devono mettere in atto facendo un focus regione per regione, cosa molto utile anche per la COP26.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Report Onu mette pressione a la COP26

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“Forti e costanti riduzioni di emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra limiterebbero i cambiamenti climatici.”

Ma cosa è la COP26? È la 26esima edizione della Conferenza delle Parti, che ha preso vita nel 1995 a Berlino. Si tratta dell'incontro annuale dei 154 Paesi che nel 1992 hanno firmato, a Rio, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Nel corso degli anni la Cop ha permesso di raggiungere risultati importanti come il protocollo di Kyoto e l’accordo di Parigi.

Questa edizione si terrà un pre-incontro a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre composto da tavole rotonde, dibattiti ed intrattenimento. Sono stati invitati anche 400 giovani che comporranno il Youth4Climate Driving Ambition, con il compito di mettere insieme idee da portare poi a Glasgow dal 1 al 12 novembre 2021. Infatti sarà proprio in questa occasione che si riuniranno 30.000 delegati, tra cui Capi di Stato, esperti climatici e attivisti, per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Il Report Onu e la COP26 infondono speranza

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il lavoro che il Report Onu e la COP26 faranno nei prossimi mesi è essenziale, ma anche noi dobbiamo esserlo. La transizione ecologica deve partire dall’alto, ma deve essere una priorità per ognuno di noi. Le conseguenze delle azioni passate stanno diventando accelerando ogni giorno, ma con operazioni mirate e su larga scala, se agiamo subito, potremo arginarle. Non dobbiamo però farci scoraggiare se i risultati non arriveranno subito perchè per invertire la tendenza ci vorrà del tempo, l’importante è continuare a perseguire l'obiettivo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Extreme E, un campionato automobilistico per sensibilizzare ai cambiamenti climatici

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Sostenibilità e Olimpiadi, un connubio che è già realtà

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]SOSTENIBILITÀ OLIMPIADI - Con l’emergenza sanitaria da coronavirus e le restrizioni in atto per contrastarla anche i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 sono andate prima in stand-by e poi rimandate al 2021. Adesso finalmente la fiamma olimpica si accende di nuovo dopo 5 anni. Questa edizione sarà molto particolare per le restrizioni in vigore, ma nonostante ciò si e cercato di mettere in atto tutte le azioni possibili riguardanti la sostenibilità. Sostenibilità e Olimpiadi sono un connubio che persiste da anni e che ha una forte risonanza, anche se alcune scelte a volte vengono fraintese dalla stampa.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Agenda Olimpica 2020, più sostenibilità per le Olimpiadi

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo il rinvio e numerose polemiche relative alla paura per la diffusione del coronavirus, finalmente le Olimpiadi di Tokyo 2020 avranno inizio. Il 23 Luglio 2021 la cerimonia di apertura darà il via alle danze della competizione tra sportivi e nazioni più vecchia della storia. Prima ancora di rivolgere l’attenzione a tutte le norme da mettere in vigore per evitare contagi, il comitato olimpico aveva già posto l’attenzione sul come rendere sostenibile un evento sportivo di tale portata.

L’impegno del CIO per una maggiore sostenibilità dei giochi è iniziato nel 2014 durante l’incontro di Monaco in cui è stata presentata e approvata l’Agenda Olimpica 2020. Essa altro non è che l’insieme di 40 raccomandazioni molto specifiche rivolte a rafforzare i 3 temi principali dell’allora futuro e attuale presente: Credibilità, Sostenibilità e Gioventù. La scelta di rendere noti questi obiettivi e le attività per raggiungerli è stata presa perché il CIO è consapevole di quanto questi temi sia necessario per la comunità e di quanto manifestazioni come le Olimpiadi possano funzionare da cassa di risonanza per sensibilizzare molto più pubblico.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Da Vancouver a Cortina le prime misure riguardanti sostenibilità e olimpiadi

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Se si va a guardare la storia delle Olimpiadi e delle sue sedi si scopre che in realtà il cammino per la sostenibilità era già stato intrapreso prima del 2014 a Monaco. Infatti già le olimpiadi invernali del 2010 a Vancouver erano stato ospitate da strutture interamente sostenibili (anche nelle scelta delle fonti di energia per l’alimentazione degli impianti), come lo erano anche i mezzi di trasporto utilizzati.

Come già era successo ai Giochi Olimpici di Rio del 2016, anche a Tokyo le medaglie saranno realizzate interamente con materiali riciclati e utilizzando apparecchiature dismesse riqualificate. I podi sui quali saliranno gli atleti per le premiazioni sono realizzati con plastica recuperata dal mare e una volta conclusa la manifestazione verranno ricollocati in scuole e strutture sportive. La sostenibilità la si ritrova anche nei letti del villaggio olimpico realizzati completamente in cartone. Secondo la stampa mondiale la scelta sarebbe stata fatta per altri motivi, ma non è così, perché in realtà è solo una decisione che rientra nelle scelte ecosostenibili. 

“Il cartone è un materiale di design innovativo, ecologico che negli ultimi anni sta diventando protagonista degli arredi sostenibili. Inoltre, questi letti sono molto resistenti, supportando un peso fino a 200 chilogrammi.”

Per quanto riguarda l’edizione dei Giochi Olimpici invernali di Cortina 2026, oltre alle scelte sostenibili già note, si è scelto di utilizzare e riqualificare tutte le strutture e gli impianti già esistenti, costruendo da nuovo solamente uno.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Tutti possiamo essere più eco-friendly

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Eventi e manifestazioni come i giochi olimpici dimostrano come anche noi nel nostro piccolo possiamo attuare scelte sostenibili. La questione p molto importante perché per millenni abbiamo chiesto troppo al nostro pianeta e ora lui ci sta chiedendo indietro tutto.

Per saperne di più sulla sostenibilità, clicca qui. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Un ecomuseo sottomarino per la difesa della flora e fauna

ECOMUSEO SOTTOMARINO FLORA FAUNA - Le conseguenze dei cambiamenti climatici e l’inquinamento si fanno sentire fortemente sui mari. La vita sott’acqua non è più rose e fiori come il granchio Flander canta nel celebre classico Disney “La sirenetta”. Numerose sono le specie in via di estinzione o già scomparse, sia per quanto riguarda la flora che la fauna. Noi nel nostro piccolo possiamo fare molto, ma c’è anche chi già ci ha pensato e nel suo grande ha fatto molto di più. Stiamo parlando dell’artista r e dei suoi ecomusei sottomarini.

Chi è Jason deCaires Taylor, mente degli ecomusei sottomarini

Jason deCaires Taylor è uno scultore inglese, grande appassionato di arte, fotografia subacquea e ambiente. La sua genialità sta nell’aver molto presto compreso le potenzialità che l’arte può avere. Ha così molto presto cominciato a realizzare opere pensate per essere inserite in luoghi colpiti da calamità naturali o con bisogni particolari. Tra questi rientra proprio il mare e i suoi fondali. Infatti egli ha dato vita a numerose opere con lo scopo non solo di essere ammirate ma anche con una funzionalità pratica. Esse infatti costituiscono l’appiglio giusto per ricreare l'habitat naturale, ormai danneggiato, di flora e fauna marina.

La sua prima opera, e anche la più grande, è il Cancún underwater museum, noto anche come MUSA. L’installazione è il primo ecomuseo sottomarino al mondo. Comprende più di 485 sculture sommerse e 30 pezzi sulla terraferma tra la costa di Cancun e la costa occidentale della Isla Mujeres.

L’ecomuseo sottomarino per la flora e fauna a Cannes

La maggior parte del lavoro di Taylor si concentra sulle coste messicane, ma non mancano anche installazioni nei mari europei. La sua ultima realizzazione è stata appunto inabissata a una profondità di cinque metri al largo di Cannes,di fronte all’isola Sainte-Marguerite. Infatti il 28 gennaio 2021 sono state immerse sei statue, di due metri di altezza e circa dieci tonnellate di peso ciascuna. Queste statue rappresentano dei volti che si ispirano alla leggende della “maschera di ferro” che aleggia sull’isola di fronte alla quale si trovano.

L’ecomuseo sottomarino non è lontano dalla costa, questo perché l’intento è che sia facilmente raggiungibile a nuoto da tutti. In prossimità delle statue, infatti sarà vietato l’ancoraggio di imbarcazioni, per salvaguardare l’opera, ma soprattutto per proteggere la flora e la fauna che andranno a creare il proprio habitat sulle sculture.

Ma come possono le sculture di Taylor essere ecosostenibili?

Il sindaco di Cannes, David Lisnard, in una dichiarazione ha riassunto quello che gli ecomusei sottomarini rappresentano.

“Si è realizzato un incontro tra natura, cultura, arte e aspetto educativo”

Le sculture di Taylor sono proprio questo, un mix perfetto di arte, cultura e salvaguardia del nostro pianeta. Le opere vengono realizzate con materiali ecocompatibili con lo spazio marino. La cosa più importante però è che questo materiali permettono alle sculture di avere un ph superficiale neutro, capace di attrarre le forme di vita marine. Le statue costituiscono così il luogo di vita ideale per la fauna e la flora marittima, che vi andranno a creare la propria casa e il proprio rifugio.

Per saperne di più sulla rivoluzoione green

Il modello economico tedesco tra successi e rallentamenti

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]MODELLO ECONOMICO TEDESCO - La Germania è una potenza che si è saputa affermare negli ultimi decenni in campo economico. Grazie alle sue politiche rigide è riuscita ad ottenere un grande tasso di esportazione di prodotti propri in tutti il mondo. Nonostante abbia la stessa moneta dell’Eurozona, la forza dell’euro tedesco non è paragonabile a quella degli stati cugini. A differenza degli altri stati la Germania, grazie ad un forte incremento del fatturato industriale e del PIL, è riuscita a superare egregiamente la crisi economica del 2008. Quali sono i motivi di tale successo? Ed oggi funziona ancora così tutto bene?

 [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il successo del modello economico tedesco: su cosa si basa

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«Un’impresa tedesca che ha necessità di risolvere uno specifico problema tecnologico si rivolge al Fraunhofer con il quale stipula un contratto di ricerca. La forza principale del Fraunhofer è nel mettere in piedi il mix di intelligenze necessarie per risolvere quel problema specifico attingendo al suo pool di scienziati»

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Ad oggi i dati che abbiamo danno segni di instabilità

[/dfd_heading][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La crisi sanitaria ed economica che ha segnato il 2020 e che sta perdurando anche oggi ha messo in crisi anche il perfetto modello economico tedesco. La Germania non ha saputo gestire nel modo migliore fin da subito la pandemia e oggi corre ai ripari e l’economia ne risente. Seppur il settore dell’industria sia quello che ha registrato i dati migliori la crisi si fa sentire pure lì e le cause andrebbero ricercate addietro. L’analista di MIrabaud fa notare che:

“Gli investimenti pubblici hanno rappresentato solo il 2,5% del pil tedesco nel 2019, rispetto al 3% nell'Eurozona e all'oltre 3,5% in Giappone. Questo potrebbe portare a un degrado delle infrastrutture, che probabilmente si tradurrà in bassi incrementi di produttività. L'abbandono del dogma di bilancio è un buon inizio, ma gli sforzi del futuro governo dovranno essere più sostanziali"

E i dati del 2018 non erano migliori.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il modello tedesco ha ancora speranze per il futuro

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Quelli che abbiamo visto sono dati preoccupanti ma non del tutto allarmanti. La Germania ha dimostrato in passato di avere forza e di sapersi rialzare a testa alta. Inoltre il popolo tedesco ha già un asso nella manica da poter giocare. Infatti gli studi dimostrano che uno strumento importante per riprendersi dalla crisi sarà il “Green recovery” e la Germania sotto questo aspetto ha già numerosi strumenti a sua disposizione che fanno ben sperare per il futuro.

 

Per altre notizie sull'economia mondiale https://www.hamid-reza-khoyi.ch/donne-ed-economia-un-binomio-da-comando-mondiale/[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]