Un ecomuseo sottomarino per la difesa della flora e fauna

ECOMUSEO SOTTOMARINO FLORA FAUNA - Le conseguenze dei cambiamenti climatici e l’inquinamento si fanno sentire fortemente sui mari. La vita sott’acqua non è più rose e fiori come il granchio Flander canta nel celebre classico Disney “La sirenetta”. Numerose sono le specie in via di estinzione o già scomparse, sia per quanto riguarda la flora che la fauna. Noi nel nostro piccolo possiamo fare molto, ma c’è anche chi già ci ha pensato e nel suo grande ha fatto molto di più. Stiamo parlando dell’artista r e dei suoi ecomusei sottomarini.

Chi è Jason deCaires Taylor, mente degli ecomusei sottomarini

Jason deCaires Taylor è uno scultore inglese, grande appassionato di arte, fotografia subacquea e ambiente. La sua genialità sta nell’aver molto presto compreso le potenzialità che l’arte può avere. Ha così molto presto cominciato a realizzare opere pensate per essere inserite in luoghi colpiti da calamità naturali o con bisogni particolari. Tra questi rientra proprio il mare e i suoi fondali. Infatti egli ha dato vita a numerose opere con lo scopo non solo di essere ammirate ma anche con una funzionalità pratica. Esse infatti costituiscono l’appiglio giusto per ricreare l'habitat naturale, ormai danneggiato, di flora e fauna marina.

La sua prima opera, e anche la più grande, è il Cancún underwater museum, noto anche come MUSA. L’installazione è il primo ecomuseo sottomarino al mondo. Comprende più di 485 sculture sommerse e 30 pezzi sulla terraferma tra la costa di Cancun e la costa occidentale della Isla Mujeres.

L’ecomuseo sottomarino per la flora e fauna a Cannes

La maggior parte del lavoro di Taylor si concentra sulle coste messicane, ma non mancano anche installazioni nei mari europei. La sua ultima realizzazione è stata appunto inabissata a una profondità di cinque metri al largo di Cannes,di fronte all’isola Sainte-Marguerite. Infatti il 28 gennaio 2021 sono state immerse sei statue, di due metri di altezza e circa dieci tonnellate di peso ciascuna. Queste statue rappresentano dei volti che si ispirano alla leggende della “maschera di ferro” che aleggia sull’isola di fronte alla quale si trovano.

L’ecomuseo sottomarino non è lontano dalla costa, questo perché l’intento è che sia facilmente raggiungibile a nuoto da tutti. In prossimità delle statue, infatti sarà vietato l’ancoraggio di imbarcazioni, per salvaguardare l’opera, ma soprattutto per proteggere la flora e la fauna che andranno a creare il proprio habitat sulle sculture.

Ma come possono le sculture di Taylor essere ecosostenibili?

Il sindaco di Cannes, David Lisnard, in una dichiarazione ha riassunto quello che gli ecomusei sottomarini rappresentano.

“Si è realizzato un incontro tra natura, cultura, arte e aspetto educativo”

Le sculture di Taylor sono proprio questo, un mix perfetto di arte, cultura e salvaguardia del nostro pianeta. Le opere vengono realizzate con materiali ecocompatibili con lo spazio marino. La cosa più importante però è che questo materiali permettono alle sculture di avere un ph superficiale neutro, capace di attrarre le forme di vita marine. Le statue costituiscono così il luogo di vita ideale per la fauna e la flora marittima, che vi andranno a creare la propria casa e il proprio rifugio.

Per saperne di più sulla rivoluzoione green

Il modello economico tedesco tra successi e rallentamenti

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]MODELLO ECONOMICO TEDESCO - La Germania è una potenza che si è saputa affermare negli ultimi decenni in campo economico. Grazie alle sue politiche rigide è riuscita ad ottenere un grande tasso di esportazione di prodotti propri in tutti il mondo. Nonostante abbia la stessa moneta dell’Eurozona, la forza dell’euro tedesco non è paragonabile a quella degli stati cugini. A differenza degli altri stati la Germania, grazie ad un forte incremento del fatturato industriale e del PIL, è riuscita a superare egregiamente la crisi economica del 2008. Quali sono i motivi di tale successo? Ed oggi funziona ancora così tutto bene?

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Il successo del modello economico tedesco: su cosa si basa

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«Un’impresa tedesca che ha necessità di risolvere uno specifico problema tecnologico si rivolge al Fraunhofer con il quale stipula un contratto di ricerca. La forza principale del Fraunhofer è nel mettere in piedi il mix di intelligenze necessarie per risolvere quel problema specifico attingendo al suo pool di scienziati»

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Ad oggi i dati che abbiamo danno segni di instabilità

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“Gli investimenti pubblici hanno rappresentato solo il 2,5% del pil tedesco nel 2019, rispetto al 3% nell'Eurozona e all'oltre 3,5% in Giappone. Questo potrebbe portare a un degrado delle infrastrutture, che probabilmente si tradurrà in bassi incrementi di produttività. L'abbandono del dogma di bilancio è un buon inizio, ma gli sforzi del futuro governo dovranno essere più sostanziali"

E i dati del 2018 non erano migliori.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il modello tedesco ha ancora speranze per il futuro

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Quelli che abbiamo visto sono dati preoccupanti ma non del tutto allarmanti. La Germania ha dimostrato in passato di avere forza e di sapersi rialzare a testa alta. Inoltre il popolo tedesco ha già un asso nella manica da poter giocare. Infatti gli studi dimostrano che uno strumento importante per riprendersi dalla crisi sarà il “Green recovery” e la Germania sotto questo aspetto ha già numerosi strumenti a sua disposizione che fanno ben sperare per il futuro.

 

Per altre notizie sull'economia mondiale https://www.hamid-reza-khoyi.ch/donne-ed-economia-un-binomio-da-comando-mondiale/[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Donne ed economia: un binomio da comando mondiale

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]DONNE ECONOMIA COMANDO MONDIALE - Gli studi effettuati sul 2020 rendono noto come l’occupazione femminile sia ancora molto bassa. Le statistiche hanno anche evidenziato che in Italia il 99% dei licenziamenti ha riguardato donne. Questi sono dati italiani, ma basta poco per verificare che la situazione non è molto differente nel resto del mondo. La crisi non riguarda solo l’occupazione, ma tutti gli aspetti che riguardano il mondo del lavoro. A tutto questo però c’è un’eccezione e neppure di poco conto.

 [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

I ruoli di comando dell’economia mondiale in mano a donne

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Perché sono state scelte queste donne per guidare l’economia mondiale

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Washington consensus

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Tutti gli istituti a cui fanno adesso capo queste donne sono realtà che fin dalla nascita del “Washington consensus” sono stati guidati da i suoi ideali. L'espressione Washington consensus sta ad indicare infatti l’espressione coniata da è stata coniata dall'economista John Williamson per descrivere un insieme di 10 direttive di politica economica abbastanza specifiche che egli considerava come il pacchetto standard da destinare ai paesi in via di sviluppo che si fossero trovati in crisi economica. Visione neoliberale che portava lo Stato ad avere un ruolo estremamente marginale rispetto al mercato.

Questa politica non ha avuto grandi risultati ed è proprio per questo che queste quattro donne sono state chiamate a ricoprire questi ruoli. I curriculum e gli scritti di Kristalina Georgieva, Ngozi Okonjo-Iweala, Odile Renaud-Bass e Christine Lagarde dimostrano quanto il loro pensiero si allontani da questa filosofia.

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C'è ancora molto da fare

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Tutto quello che abbiamo detto dimostra quanta strada ci sia ancora da fare. Se è vero che il mondo dell’economia ha aperte le sue porte alle donne, ancora sono troppe le strade precluse a questa categoria. La questione non è da sottovalutare poiché è la stessa identica praticamente in tutto il mondo. Kristalina Georgieva, Ngozi Okonjo-Iweala, Odile Renaud-Bass e Christine Lagarde devono però fungere da esempio di quanto l’impegno, la ricerca e l'insegnamento dei propri ideali possono ripagare.

 

 

 

Per saperne di più su le manovre di alcuni enti economici mondiali https://www.hamid-reza-khoyi.ch/la-green-recovery-dara-piu-opportunita-d-investimento/[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]